
...There’s so much strength in all of us
Every woman child and man
!It’s the moment that you think you can’t !
You’ll discover that you can!
...The power of the dream !
The faith in things unseen !
The courage to embrace your fear !
No matter where you are
To reach for your own star... To realize the power of the dream...
In molti credo ricorderanno questa magnifica canzone, almeno tutte quelle persone che, nel 1996, assistettero alla bellissima cerimonia di apertura dei Giochi Olimpici di Atlanta.
Io ero ancora troppo piccola per poter ricordare i minimi particolari, ma so che non ho mai smesso di ascoltare questa canzone, concedendomi ogni volta un piccolo sogno ad occhi aperti: la carica che mi sanno dare le parole del testo unite alla voce incredibile di Celine Dion non riesce a darmela altro al mondo!
A quel tempo il mio unico sogno era partecipare alle Olimpiadi del 2008: ero sicura che niente mi avrebbe fermata; sulle ali dell'euforia infantile ero pronta a dimostrare al mondo tutto quello che sapevo fare (allora in effetti ancora molto poco).
Le Olimpiadi sono passate e quel sogno non è purtroppo ancora divenuto realtà! La cosa più brutta? Se pochi anni fa serbavo ancora nel cuore delle speranze di riuscire un giorno nella mia impresa...esse piano piano stanno scomparendo! Sempre si dice: "Stai crescendo, comincia a guardarti intorno: è questa la realtà".
Io sono una di quelle persone che ama sognare; tante volte, forse anche troppe, mi chiudo nei miei sogni solo perchè so che quelli non mi tradiranno ami e poi mai. Forse è vero: sognare troppo non aiuta!
Comunque continuo a sostenere che anche smettere di farlo e chiudersi nella razionalità può essere un comportamente nocivo, a lungo andare. Magari una sana via di mezzo sarebbe l'ideale: in medio stat virtus!
Che buffo. Tanto ho parlato e non ho accennato nemmeno al mio sport, alla passione che da tutta una vita mi accompagna: l'equitazione.
Generalmente quando si comincia a parlare di cavalli automaticamente si comincia a storcere il naso: Chissà perchè?
Purtroppo conosco fin troppo bene le motivazioni di questi pregiudizi. E' da un bel pò che vivo a contatto con questi animali 365 giorni l'anno e posso quindi affermare di avere imparato, almeno un pochino, come gira questo mondo fatto di competizione, apparenza e molta poca passione! Non credo di avere niente in meno rispetto a molti ragazzi che, scelte altre strade, oggi si ritrovano a competere a livelli senza ombra di dubbio superiori ai miei; forse solo una cosa ci distingue: il loro spiccato senso di agonismo che, al contrario, manca del tutto in me! Mi si creda sulla parola: se da queste righe dovesse trapelare un senso di invidia allora potrei dichiarare in quel caso di non essere riuscita ad esprimermi nel modo giusto; tutto volevo cercare di esprimere tranne che questo.
Fin da bambina ho sempre visto i cavalli come un rifugio ai miei problemi; amavo la loro onestà: che altro potevano fare se non seguire il loro istinto di prede, scappando se mi vedevano come pericolo, o avvicinandosi a me se sentivano di potersi fidare. Questa sincerità l'ho cercata anche nelle persone e devo dire con dispiacere di non essere riuscita sempre a trovarla...perfino in me stessa. Forse perchè è, in fondo, nella natura dell'uomo indossare sempre delle maschere, compiacere, sorridere anche quando proprio sarebbe l'ultima cosa che vorrebbe fare..non so
All'età di undici anni, dopo che già era passato molto tempo da quando per la prima volta misi piede in una staffa, ho cominciato le mie prime esperienze agonistiche e da quel momento è nata la mia passione per la disciplina di Completo-Cross Country. Adoravo galloppare sul mio cavallo per delle ore, mi faceva sentire libera e perfettamente in armonia con ciò che mi circondava: so che sembra un pò troppo romantico ma è l'unico modo per esprimere ciò che ancora adesso riesco a provare grazie a questi animali.
La mia attività agonistica procedeva ma dei problemi con il mio istruttore (chiamiamola incompatibilità di carattere) l'hanno bruscamente interrotta. La situazione era insopportabile e io ero ancora troppo piccola per riuscire a gestirla: l'unica soluzione è stata quella di prendere il mio cavallo e cambiare circolo, dovendo rinunciare così al Completo. Solo in seguito questa si sarebbe rivelata la decisione più sbagliata..o forse solo la più difficile: rimaneva comunque quella necessaria.
Mi sono dedicata di lì in avanti al Salto Ostacoli. E da due anni a questa parte la mia vita agonistica è consistita in questo: maneggio, maneggio, campi prova, gara e...ancora maneggio!
Mi manca l'aria aperta! Nel tempo mi sono accorta di essere cambiata, in peggio: l'abitudine di vedere i cavalli come macchine ha preso anche me...e non lo posso sopportare. La mia ultima decisione è stata proprio quella di lasciare il mondo dell'agonismo che mi ha intossicata; in fondo mi sono accorta che per molti cavalieri il fine ultimo non è la comunione con il proprio cavallo, per quella non c'è tempo: l'importante è vincere.
Non voglio finire a discutere se sia giusto o meno questo modo di pensare: non è questo il mio intento.
Il mio più grande desiderio è solo tornare a vivere la mia passione come prima, riuscendo magari a trasmetterla a qualcuno. Una passione per niente comune, molto costosa, ma che ti sa donare momenti indimenticabili.
Vorrei tanto riuscire a dare alla mia generazione e a quelle del futuro nuovi ideali, tra i quali esistano quelli di umiltà, accontentarsi delle più piccole cose, tenacia e rispetto...dialogo.
Quando tu imponi qualcosa al tuo animale in modo dispotico e arrogante...quel rispetto e quel dialogo vengono meno! Questo voglio fare capire: l'equitazione non è un mondo di balordi spendaccioni; è un mondo di parole sussurrate tra animale e uomo, una magnifica esperienza. Ci tengo a che i ragazzi, un giorno, avvicinandosi a questo sport pensino a quello che ho appena detto invece che a vincere trofei!! Credo sia importante.
Poi la competizione verrà di conseguenza. Forse dal discorso che ho fatto potrebbe sembrare che io non la ritenga importante e utile: non è così. E' semplicemente che col tempo sono arrivata a detestarla; è per questo che, in merito, il mio giudizio è di parte! Anzi (allora cerco di addolcire i termini) è importante gareggiare: è un modo come un altro per mettersi alla prova. Ricordate però che solo quando riuscirete a dialogare con il vostro cavallo avrete la certezza di potervi portare a casa una medaglia...e allora vi si apriranno grandi portoni!
Ho detto tutto questo perchè ho solo un pochetto il dente avvelenato e un gran bisogno di sfogarmi. Il mio consiglio: si viva la passione, invece che comprarla! (A buon intenditore) Io continuerò sempre a dire la mia ed i miei tentativi di cambiare questo mondo non finiranno...se qualcuno volesse però dare una mano è ben accetto!
Bene, anche per oggi mi sono sfogata! Credo proprio che andrò dalla mia cavalla...